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Archive for the ‘Dicastério da Nova Evangelização’ Category

  • INTERVENTO DI S.E. MONS. RINO FISICHELLA

Benedetto XVI nella sua Lettera Apostolica Porta fidei ha scritto che “Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo” (n. 2). Alla luce di questo pensiero, ha indetto un Anno della fede che avrà inizio nella felice coincidenza di due anniversari: il cinquantesimo dell’apertura del Concilio Vaticano II (1962) e il ventesimo della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992).

Dall’intera Chiesa proviene un pensiero di sincero ringraziamento al Santo Padre per avere voluto questo Anno. L’attesa è grande come pure il desiderio di voler corrispondere in modo pieno e coerente. Il ringraziamento a Papa Benedetto XVI si estende anche per aver voluto accompagnare quest’Anno con la sua presenza e il suo insegnamento. Siamo grati fin da ora, infatti, per avere deciso di dedicare le catechesi del mercoledì al tema della fede. Sarà un ulteriore strumento prezioso per poter dare ragione della fede sostenuti dalla sua parola e dal suo esempio.

L’Anno della fede, anzitutto, intende sostenere la fede di tanti credenti che nella fatica quotidiana non cessano di affidare con convinzione e coraggio la propria esistenza al Signore Gesù. La loro preziosa testimonianza, che non fa notizia davanti agli uomini, ma è preziosa agli occhi dell’Altissimo, è ciò che permette alla Chiesa di presentarsi nel mondo di oggi, come lo fu nel passato, con la forza della fede e con l’entusiasmo dei semplici. Questo Anno, comunque, si inserisce all’interno di un contesto più ampio segnato da una crisi generalizzata che investe anche la fede. Sottoposto da decenni alle scorribande di un secolarismo che in nome dell’autonomia individuale richiedeva l’indipendenza da ogni autorità rivelata e faceva del proprio programma quello di “vivere nel mondo come se Dio non esistesse”, il nostro contemporaneo si ritrova spesso a non sapersi più collocare. La crisi di fede è espressione drammatica di una crisi antropologica che ha lasciato l’uomo a se stesso; per questo si ritrova oggi confuso, solo, in balia di forze di cui non conosce neppure il volto, e senza una meta verso cui destinare la sua esistenza. È necessario poter andare oltre la povertà spirituale in cui si ritrovano molti dei nostri contemporanei, i quali non percepiscono più l’assenza di Dio dalla loro vita, come una assenza che dovrebbe essere colmata. L’Anno della fede, quindi, intende essere un percorso che la comunità cristiana offre a tanti che vivono con la nostalgia di Dio e il desiderio di incontrarlo di nuovo. È necessario, pertanto, che i credenti sentano la responsabilità di offrire la compagnia della fede, per farsi prossimo con quanti chiedono ragione del nostro credere.

Il Papa ha indicato in Porta fidei gli obiettivi verso cui indirizzare l’impegno della Chiesa. Ha scritto: “Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza. Sarà un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia… Nel contempo, auspichiamo che la testimonianza di vita dei credenti cresca nella sua credibilità. Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio” (Pf 9). Un programma arduo che si immette, anzitutto, all’interno della vita quotidiana di ogni credente, e nella pastorale ordinaria della comunità cristiana, perché si ritrovi il genuino spirito missionario necessario per dare vita alla nuova evangelizzazione. A questo riguardo sono contento di poter dare notizia che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha approvato il formulario di una s. Messa speciale “Per la Nuova Evangelizzazione”. Un chiaro segno perché in questo Anno e alla vigilia del Sinodo dedicato alla nuova evangelizzazione e trasmissione della fede si dia il primato alla preghiera e specialmente alla s. Eucaristia fonte e culmine di tutta la vita cristiana.

Insieme a questo percorso quotidiano, la Nota di carattere pastorale che la Congregazione per la Dottrina della fede ha pubblicato lo scorso 6 gennaio propone diverse iniziative concrete che possono trovare riscontro a livello di Conferenze Episcopali, diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti. Come si sa, al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione è stato affidato il compito di proporre, animare, coordinare eventi a carattere universale. Di seguito, illustro alcune iniziative che sono state approvate e saranno momenti caratterizzanti lo svolgimento dell’Anno della fede.

1. È stato preparato, anzitutto, il logo che segnerà tutti gli avvenimenti di quest’Anno. Esso rappresenta una barca, immagine della Chiesa, in navigazione sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele le quali, con segni dinamici, realizzano il trigramma di Cristo (IHS). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole che associato al trigramma, rimanda all’Eucaristia.

2. A partire da questo momento entrerà in funzione il sito che sarà disponibile in versione multilingua e direttamente consultabile all’indirizzo http://www.annusfidei.va.Il sito è stato progettato in maniera innovativa ed è consultabile da tutti i dispositivi mobili e tablet attraverso la scelta di componenti e tecnologie di nuova concezione. Offre, quindi, l’opportunità di conoscere tutti gli appuntamenti previsti con il Santo Padre e gli eventi di maggior rilievo delle Conferenze Episcopali, delle Diocesi, dei Movimenti e delle Associazioni. Da oggi è fornito in italiano e inglese mentre dai prossimi giorni verrà aggiunta l’edizione in lingua spagnola, francese, tedesca e polacca.

3. È pronto anche l’inno ufficiale dell’Anno della Fede. Credo, Domine, adauge nobis fidem è il ritornello che permane come invocazione al Signore perché abbia ad aumentare in tutti noi la fede, sempre così debole e bisognosa della sua grazia.

4. Nei primi giorni di settembre uscirà nelle diverse lingue il Sussidio pastoraleVivere l’Anno della Fede, preparato per accompagnare, in primo luogo, la comunità parrocchiale, e quanti vorranno inserirsi nell’intelligenza dei contenuti del Credo.

5. Una piccola immagine del Cristo del Duomo di Cefalù accompagnerà tutti i pellegrini e i credenti nelle varie parti del mondo. Nel retro si trova scritta la Professione di fede. Uno degli obiettivi dell’Anno della fede, infatti, è fare del credo la preghiera quotidiana imparata a memoria, come era consuetudine nei primi secoli del cristianesimo. Secondo le parole di S. Agostino: “Ricevete la formula della fede che è detta Simbolo. E quando l’avete ricevuta imprimetela nel cuore e ripetetevela ogni giorno interiormente. Prima di dormire, prima di uscire, munitevi del vostro Simbolo. Nessuno scrive il Simbolo al solo scopo che sia letto, ma perché sia meditato”.

6. Per quanto riguarda il Calendario degli eventi, in questa sede facciamo riferimento solo a quelli di carattere universale che vedranno la presenza del Santo Padre e saranno celebrati a Roma.

* La Solenne Apertura dell’Anno della fede avverrà in Piazza san Pietro il prossimo giovedì 11 ottobre, ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II. Vi sarà una solenne celebrazione eucaristica concelebrata da tutti i Padri Sinodali, dai Presidenti delle Conferenze Episcopali del mondo e dai Padri conciliari ancora viventi che potranno raggiungerci.

* Il primo avvenimento dell’Anno, domenica 21 ottobre, sarà la Canonizzazione di 6 martiri e confessori della fede. Il segno è eloquente in se stesso. Sulla scia di quanto è scritto in Porta fidei: “Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui nome è scritto nel Libro della vita, hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani” (Pf 13). Saranno canonizzati: Jacques Barthieu sacerdote gesuita, martire missionario in Madagascar (1896); Pietro Calungsod laico catechista, martire nelle Filippine (1672); Giovanni Battista Piamarta, sacerdote testimone della fede nell’educazione alla gioventù (1913); Madre Marianne (Barbara Cope) testimone della fede nel lebbrosario di Molokai (1918); Maria del Monte Carmelo, religiosa in Spagna (1911), Caterina Tekakwitha, laica indiana convertita alla fede cattolica (1680), e Anna Schäffer, laica bavarese, testimone dell’amore di Cristo dal letto di sofferenza (1925). Avremo modo, quindi, per riflettere e pregare su questi testimoni che con l’eroismo della loro vita vengono posti dalla Chiesa come esempi di fede vissuta.

* Il 25 gennaio2013 la tradizionale celebrazione ecumenica nella Basilica di San Paolo fuori le Mura avrà un carattere ecumenico più solenne e pregheremo insieme perché attraverso la comune professione del Simbolo i cristiani che hanno ricevuto lo stesso battesimo non dimentichino la via dell’unità come segno visibile da offrire al mondo.

* Sabato 2 febbraio la celebrazione per tutte le persone che hanno consacrato la loro vita al Signore con la professione religiosa potranno ritrovarsi nella Basilica di San Pietro per una preghiera comune a testimonianza che la fede richiede anche segni concreti che orientano a mantenere viva l’attesa del Signore che ritorna.

* La Domenica delle Palme, il 24 marzo sarà come sempre dedicata ai giovani che si preparano alla Giornata Mondiale della Gioventù.

* Domenica 28 aprile sarà dedicata a tutti i ragazzi e ragazze che hanno ricevuto il sacramento della Confermazione. Il Santo Padre conferirà la Cresima a un piccolo gruppo di giovani come testimonianza della professione pubblica della fede a conferma di quella battesimale.

* Domenica 5 maggio sarà dedicata alla celebrazione della fede che trova nella pietà popolare una sua espressione iniziale e che nel corso dei secoli si è trasmessa come forma peculiare di fede di popolo attraverso la vita delle Confraternite.

* La vigilia di Pentecoste, il 18 maggio, sarà dedicata a tutti i movimenti, antichi e nuovi, con il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro, testimone della fede che nel giorno di Pentecoste aprì le porte della casa per andare nelle piazze e nelle strade ad annunciare la risurrezione di Cristo. In piazza san Pietro chiederemo al Signore di inviare ancora con tanta abbondanza il suo Spirito perché si rinnovino i prodigi come ai primi tempi della Chiesa nascente.

* La festa del Corpus Domini, domenica 2 giugno, avremo una Solenne Adorazione Eucaristica che sarà contemporanea in tutto il mondo. Nella cattedrale di ogni diocesi e in ogni chiesa dove sarà possibile alla stessa ora si realizzerà il silenzio della contemplazione a testimonianza della fede che contempla il mistero del Dio vivo e presente in mezzo a noi con il suo Corpo e il suo Sangue.

* Domenica 16 giugno sarà dedicata alla testimonianza del Vangelo della vita che da sempre ha visto la Chiesa come promotrice della vita umana e a difesa della dignità della persona dal primo istante fino al suo ultimo momento naturale.

* Domenica 7 luglio vedrà la conclusione a san Pietro del pellegrinaggio che i seminaristi, le novizie, i novizi e quanti sono in cammino vocazionale compiranno per rendere pubblica la gioia della loro scelta di seguire il Signore nel servizio alla sua Chiesa.

* Dal 23 al 28 luglio la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro sarà come sempre il momento culminante di un cammino che vedrà giovani da tutto il mondo in gioioso incontro per dire a tutti l’importanza della fede.

* Il 29 settembre sarà dedicato in particolare ai Catechisti per rendere più evidente l’importanza della catechesi nella crescita della fede e l’intelligenza intelligente e sistematica della fede in rapporto alla vita personale e della crescita comunitaria. Sarà un’occasione per ricordare anche il ventesimo anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

* Domenica 13 ottobre vedrà la presenza di tutte le realtà mariane per indicare come la Vergine Maria, Madre di Dio, sia icona della fede di ogni credente che nel suo affidarsi obbedienziale alla volontà del Padre può compiere autentiche meraviglie.

* Domenica 24 novembre, infine, sarà celebrata la giornata conclusiva dell’Anno della fede.

7. Il Calendario dell’Anno è molto più ampio di questi grandi eventi. Diversi Dicasteri hanno già messo in programma iniziative che sono pubblicate nel calendario. A secondo delle proprie competenze, i Dicasteri celebreranno il cinquantesimo anniversario del Vaticano II con appositi Congressi e iniziative culturali. Un particolare percorso catechistico, ad esempio, sarà proposto nelle catacombe dal Pontificio Consiglio per la Cultura. Dal sito si potranno seguire le iniziative che giorno dopo giorno giungeranno a conoscenza della Segreteria Generale anche da parte delle diverse realtà ecclesiali.

8. Non mancheranno alcuni grandi eventi di carattere culturale per mostrare come la fede ha suscitato tanti uomini e donne che nell’arte, nella letteratura e nella musica hanno espresso la loro genialità e la loro fede. In particolare penso alla Mostra che sarà collocata a Castel sant’Angelo dal 7 febbraio al 1° maggio con opere di assoluta rarità, incentrata sulla figura dell’apostolo Pietro, testimone di Cristo da Cesarea di Filippo fino a Roma. È stata affidata alla cura di don Alessio Geretti e realizzata anche grazie alla disponibilità del Ministro per i beni e le attività culturali e della Soprintendenza per il Polo Museale Romano. Un grande Concerto, inoltre, si terrà in Piazza san Pietro sabato 22 giugno.

Come ha ben scritto Benedetto XVI: “Solo credendo la fede cresce e si rafforza” (Pf 7). Questi eventi a carattere universale intendono essere solo un segno per ripercorrere insieme un tratto di storia che ci accomuna e rende responsabili per il momento che siamo chiamati a vivere. D’altronde, non si crede mai da soli. Il cammino da percorrere è sempre frutto di una vita di relazioni e di esperienza di comunità che permette di cogliere la Chiesa come primo soggetto che crede e che trasmette la fede di sempre. È una tappa di quella storia bimillenaria che “per fede” anche noi siamo chiamati a percorrere.

[00870-01.01] [Testo originale: Italiano]

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CARTA APOSTÓLICA
SOB FORMA DE MOTU PROPRIO

PORTA FIDEI

DO SUMO PONTÍFICE
BENTO XVI

COM A QUAL SE PROCLAMA O ANO DA FÉ

1. A PORTA DA FÉ (cf. Act 14, 27), que introduz na vida de comunhão com Deus e permite a entrada na sua Igreja, está sempre aberta para nós. É possível cruzar este limiar, quando a Palavra de Deus é anunciada e o coração se deixa plasmar pela graça que transforma. Atravessar aquela porta implica embrenhar-se num caminho que dura a vida inteira. Este caminho tem início com o Baptismo (cf. Rm 6, 4), pelo qual podemos dirigir-nos a Deus com o nome de Pai, e está concluído com a passagem através da morte para a vida eterna, fruto da ressurreição do Senhor Jesus, que, com o dom do Espírito Santo, quis fazer participantes da sua própria glória quantos crêem n’Ele (cf. Jo 17, 22). Professar a fé na Trindade – Pai, Filho e Espírito Santo – equivale a crer num só Deus que é Amor (cf. 1 Jo 4, 8): o Pai, que na plenitude dos tempos enviou seu Filho para a nossa salvação; Jesus Cristo, que redimiu o mundo no mistério da sua morte e ressurreição; o Espírito Santo, que guia a Igreja através dos séculos enquanto aguarda o regresso glorioso do Senhor.

2. Desde o princípio do meu ministério como Sucessor de Pedro, lembrei a necessidade de redescobrir o caminho da fé para fazer brilhar, com evidência sempre maior, a alegria e o renovado entusiasmo do encontro com Cristo. Durante a homilia da Santa Missa no início do pontificado, disse: «A Igreja no seu conjunto, e os Pastores nela, como Cristo devem pôr-se a caminho para conduzir os homens fora do deserto, para lugares da vida, da amizade com o Filho de Deus, para Aquele que dá a vida, a vida em plenitude»[1]. Sucede não poucas vezes que os cristãos sintam maior preocupação com as consequências sociais, culturais e políticas da fé do que com a própria fé, considerando esta como um pressuposto óbvio da sua vida diária. Ora um tal pressuposto não só deixou de existir, mas frequentemente acaba até negado.[2] Enquanto, no passado, era possível reconhecer um tecido cultural unitário, amplamente compartilhado no seu apelo aos conteúdos da fé e aos valores por ela inspirados, hoje parece que já não é assim em grandes sectores da sociedade devido a uma profunda crise de fé que atingiu muitas pessoas. (mais…)

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Proprio per dare rinnovato impulso alla missione di tutta la Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza, vorrei annunciare in questa Celebrazione eucaristica che ho deciso di indire un “Anno della Fede”, che avrò modo di illustrare con un’apposita Lettera apostolica. Questo “Anno della Fede” inizierà l’11 ottobre 2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re dell’Universo. Sarà un momento di grazia e di impegno per una sempre più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede in Lui e per annunciarLo con gioia all’uomo del nostro tempo.

Bento XVI

Na Homilia da Santa Missa pela Nova Evangelização,

16 de Outubro de 2011

in Vatican

Cinquenta anos após a abertura do Concílio Vaticano II, é hora de incidir na dimensão missionária da fé, afirmou Bento XVI neste domingo, durante a oração do Ângelus, diante de milhares de fiéis reunidos na Praça de São Pedro. (mais…)

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D. Rino Fisichella depois de ter conferido a ordenação a dois sacerdotes do Instituo de Cristo Rei Sumo Sacerdote

“En nuestro tiempo, cuando en vastas regiones de la tierra la fe corre el riesgo de apagarse como una llama que se extingue, la prioridad más importante de todas es hacer presente a Dios en este mundo y facilitar a los hombres el acceso a Dios. No a un dios cualquiera, sino al Dios que ha hablado en el Sinaí; al Dios cuyo rostro reconocemos en el amor hasta el extremo, en Cristo crucificado y resucitado”. Así se expresó Benedicto XVI en el Santuario de Fátima, en su memorable visita del año 2010. Por eso, la necesidad de una nueva evangelización se ha convertido en uno de los puntos centrales del actual pontificado, y tanto la creación de un dicasterio ad hoc como la convocatoria de un sínodo sobre este tema son sólo expresiones de lo que constituye una preocupación principal del actual Pontífice y una línea de acción para toda la Iglesia. Por eso, sus palabras durante el encuentro que se realizará en el Vaticano este fin de semana, y sobre el cual informa la entrevista que ahora ofrecemos, serán particularmente valiosas para el camino futuro de la Iglesia.

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El bautismo público oficial del dicasterio querido por Benedicto XVI para la promoción de la nueva evangelización se coloca a mitad de camino entre la institución del Pontificio Consejo – que tuvo lugar poco más de un año atrás, el 21 de septiembre de 2010 – y el Sínodo de los Obispos que se realizará en octubre de 2012. El sábado próximo, 15 de octubre, se lleva a cabo en el Vaticano – con la participación del mismo Pontífice – el encuentro “Nuevos evangelizadores para la nueva evangelización”, que se concluye el domingo 16 con la Misa presidida por el Papa en San Pedro. En esta entrevista, el arzobispo Rino Fisichella presente motivaciones y contenidos de la cita.

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¿Quiénes son, concretamente, los nuevos evangelizadores?

Son representantes de todas las realidades eclesiales, de la Iglesia en todas sus manifestaciones: delegados de más de treinta Conferencias episcopales, es decir, más de la mitad de aquellas que recaen bajo nuestra competencia, las de Occidente, entendiendo con esto Europa, Canadá, Estados Unidos y América Latina; diócesis y parroquias, movimientos antiguos y nuevos, órdenes religiosas tradicionales y nuevas expresiones de vida consagrada. Y sobre todo muchísimos jóvenes, porque la nueva evangelización ha entusiasmado en particular a las nuevas generaciones. Ciertamente hay realidades que sienten más directamente este compromiso, porque han nacido en vistas a la nueva evangelización. Pero no podemos tampoco olvidar a aquellas órdenes religiosas que han comprendido la necesidad de emprender este camino.

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¿Cuál es el objetivo del encuentro?

En primer lugar queremos presentar al Papa a aquellos miles y miles, tal vez incluso millones, de creyentes que ya están haciendo nueva evangelización. Habrá más de ocho mil personas pero es evidente que los nuevos evangelizadores son muchos más. Es un primer signo con el cual mostramos al Pontífice una realidad viva, dinámica, compuesta entre otros por muchos jóvenes, que han tomado en serio el mensaje de Juan Pablo II primero y luego de Benedicto XVI, de recuperar una profunda identidad cristiana, a través de un fuerte sentido de pertenencia a la Iglesia y para hacer partícipes de la alegría de la fe a tantos otros que son indiferentes y que tal vez están en búsqueda.

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¿Qué tema habéis elegido? (mais…)

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AUDIENCIA AL CONSEJO PONTIFICIO PARA LA NUEVA EVANGELIZACIÓN

Al término de su primera Asamblea Plenaria

CIUDAD DEL VATICANO, lunes 30 de mayo de 2011 (ZENIT.org).- Ofrecemos a continuación el discurso que el Papa Benedicto XVI dirigió hoy a los miembros del Consejo Pontificio para la Nueva Evangelización, a quienes recibió al término de su primera Asamblea Plenaria, en la SalaClementina del Palacio Apostólico.

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Señores cardenales,

venerados hermanos en el Episcopado y en el Sacerdocio,

queridos hermanos y hermanas,

cuando el pasado 28 de junio, en las primeras vísperas de la Solemnidad de los Santos Apóstoles Pedro y Pablo anuncié querer instituir un Dicasterio para la promoción de la nueva evangelización, daba un principio operativo a la reflexión que había llevado desde mucho tiempo sobre la necesidad de ofrecer una respuesta particular al momento de crisis de la vida cristiana, que se está comprobando en muchos países, sobre todo de antigua tradición cristiana. Hoy, con este encuentro, puedo constatar con placer que el nuevo Consejo Pontificio se ha convertido en una realidad. Doy las gracias a monseñor Salvatore Fisichella por las palabras que me ha dirigido, presentándome los trabajos de vuestra primera Plenaria. Un saludo cordial a todos vosotros con el aliento por la contribución que daréis al trabajo del nuevo Dicasterio, sobre todo de cara a la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos, que, en octubre de 2012, afrontará precisamente el tema Nueva evangelización y transmisión de la fe cristiana.

El término “nueva evangelización” recuerda la exigencia de una renovada modalidad de anuncio, sobre todo para aquellos que viven en un contexto, como el actual, en el que los desarrollos de la secularización han dejado pesadas huellas también en países de tradición cristiana. El Evangelio es siempre nuevo anuncio de la salvación realizada por Cristo para hacer a la humanidad partícipe del misterio de Dios y de su vida de amor y abrirla a un futuro de esperanza fiable y fuerte. Subrayar que en este momento de la historia la Iglesia está llamada a realizar una nueva evangelización, quiere decir intensificar la acción misionera para corresponder plenamente al mandato del Señor. El Concilio Vaticano II recordaba que “los grupos en que vive la Iglesia cambian completamente con frecuencia por varias causas, de forma que pueden originarse condiciones enteramente nuevas” (Decr. Ad Gentes, 6). Con amplitud de miras, los Padres conciliares vieron en el horizonte el cambio cultural que hoy es fácilmente comprobable. Precisamente esta situación cambiada, que ha creado una condición inesperada para los creyentes, requiere una atención especial por el anuncio del Evangelio, para dar razón de la propia fe en situaciones diferentes del pasado. La crisis que se experimenta lleva consigo los trazos de la exclusión de Dios de la vida de las personas, de una generalizada indiferencia hacia la misma fe cristiana, hasta el intento de marginarla de la vida pública. En décadas pasadas todavía era posible encontrar un sentido cristiano general, que unía el común sentir de generaciones enteras, crecidas a la sombra de la fe que había plasmado la cultura. Hoy, desgraciadamente, se asiste al drama de la fragmentación que no consiente tener una referencia de unión; además se verifica, a menudo, el fenómeno de personas que desean pertenecer a la Iglesia, pero que son fuertemente influenciados por una visión de la vida que contrasta con la fe.

Anunciar a Jesucristo, único Salvador del mundo, parece ser hoy más complejo que en el pasado; pero nuestro deber es idéntico como en los albores de nuestra historia. La misión no ha cambiado, así como no deben cambiar el entusiasmo y la valentía que empujaron a los Apóstoles y a los primeros discípulos. El Espíritu Santo que los alentó a abrir las puertas del cenáculo, haciéndoles Evangelizadores (cfr Hch 2,1-4), es el mismo Espíritu que mueve hoy a la Iglesia en un renovado anuncio de esperanza a los hombres de nuestro tiempo. San Agustín afirma que no se debe pensar que la gracia de la evangelización se haya extendido sólo a los Apóstoles y que con ellos esta fuente de gracia se ha agotado, sino que “esta fuente se deja ver cuando fluye, no cuando deja de fluir… De tal modo que la gracia a través de los Apóstoles alcanzó a los demás, que fueron enviados a anunciar al Evangelio…incluso, llega a llamar en estos últimos días, a todo el cuerpo de la su Hijo Unigénito, es decir su Iglesia difundida sobre toda al tierra” (Sermón 239,1). La gracia de la misión necesita a nuevos evangelizadores capaces de acogerla, para que el anuncio salvífico de la Palabra de Dios no disminuya nunca, en las condiciones cambiantes de la historia. (mais…)

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Office for evangelising cyberspace does not have internet access, says official

Intervista all’arcivescovo Fisichella, presidente del dicastero per la Nuova Evangelizzazione

  A compimento un cammino
iniziato con il concilio Vaticano II

di Mario Ponzi

La diffusione del Vangelo nel segno della continuità del magistero. Anche per rispondere alla crescente cristianofobia che si manifesta in diverse parti del mondo, persino in Paesi di antica tradizione cristiana. È questo uno dei principali obiettivi della missione del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – istituito da Benedetto XVI con il motu proprio Ubicumque et semper del 21 settembre 2010 – che proprio qualche giorno fa ha ricevuto un’iniezione di energie nuove con la nomina di numerosi membri e consultori. Della missione specifica del dicastero parla in questa intervista al nostro giornale il presidente, l’arcivescovo Rino Fisichella.

Quale messaggio ha voluto dare il Papa istituendo un dicastero per promuovere la nuova evangelizzazione?

È necessaria una premessa. La fondazione del dicastero si pone come ideale conclusione di un cammino che è iniziato con il Vaticano II. Nella mente di Giovanni xxiii doveva essere un concilio in grado di parlare di Dio al mondo contemporaneo. Nel discorso di inaugurazione non a caso Papa Roncalli ricordò che i contenuti del messaggio cristiano non cambiano mai; a cambiare semmai è il modo di trasmetterli, perché il mondo contemporaneo possa comprenderli senza fraintendimenti. È un cammino che parte dalla Dei verbum e continua poi con la Lumen gentium. La Chiesa, custode della Parola di Dio, la trasforma in luce delle genti, come ha ricordato Benedetto XVI nella messa per l’Epifania. E non dimentica di essere ad gentes, cioè in missione continua. Anche oggi essa si pone in dialogo col mondo contemporaneo. Ed è consapevole di dover trovare forme nuove per questo dialogo, in modo da essere più comprensibile all’uomo d’oggi. Dunque, quello della nuova evangelizzazione è un cammino segnato dal Vaticano II che giunge a compimento – come il Papa ha voluto farci capire – ma per ripartire verso nuovi orizzonti. (mais…)

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